
Fotografo noto a livello internazionale per i suoi reportage di guerra, Gabriele Micalizzi ha visto le sue foto pubblicate da New York Times, New Yorker, Newsweek, Wall Street Journal e, in Italia, da Espresso, Repubblica, Internazionale e Corriere della Sera. È stato fondatore del collettivo di fotografia “Cesura Lab”, di cui faceva parte anche Andrea Rocchelli, ucciso durante la guerra in Ucraina nel 2014.
Anche vincitore del Master of Photography, programma sulla fotografia con Oliviero Toscani in onda su Sky, Micalizzi e’ rimasto più volte ferito nel corso della propria carriera, e ha raccontato i più importanti scenari di crisi degli ultimi anni, affermandosi come uno dei principali reporter italiani.
Dopo nomi del calibro di Francesco Cito, Tano D’Amico, Tony Gentile, Fausto Podavini, Rino Barillari e Massimo Sestini (per citare qualcuno dei piu’ prestigiosi premiati delle scorse edizioni), ecco che il Premio Fotogiornalismo d’Autore 2019 dell’Associazione Occhio dell’Arte, presieduta da Lisa Bernardini, in veste al contempo di direttore artistico dei premi del Photofestival Attraverso le pieghe del tempo, è stato assegnato proprio a Gabriele Micalizzi.
In visita a Roma per lavoro ed ospite allo studio del parente e direttore d’orchestra Franco Micalizzi, compositore tra i più bravi del nostro Cinema, il celebre fotoreporter ha ritirato direttamente dalla mani del Re della Pulp Music l’importante riconoscimento professionale destinato a chi, come lui, ha fatto del mondo dell’ Immagine una vera e propria arma giornalistica.
Tra chiacchiere di lavoro, progetti futuri e bilanci, seppur provvisori, di una movimentata carriera, Gabriele Micalizzi ha rilasciato per l’occasione alcune dichiarazioni ad una nota agenzia di stampa e alla domanda della Bernardini, a fine incontro, se il suo sia il mestiere piu’ bello del mondo, non ha esitato: “Certo che si’!”